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Il planetario di Lucca: un mancato contatto con l’infinito

Sorge tra le erbacce e i rovi, nella periferia di Lucca, in Toscana, quello che doveva essere il planetario, punto di incontro e polo tecnologico della città lasciato, però, alla mercè del tempo e dell’incuria dell’uomo. 

27 Novembre 2024
Lorenzo Veronese
Studente Magistrale in Ingegneria Civile, curriculum Strutture presso l'Università degli studi di Trieste.

La costruzione del planetario di Lucca, struttura avveniristica per il tempo, iniziò tra il 2005 e il 2006 grazie a circa un milione di euro finanziati in parte dal Comune e in parte dal Ministero dell’Ambiente.     
In particolare esso è collocato tra la via del Brennero e i campi sportivi dell’Acquedotto e, al tempo, era considerato l’elemento trainante per il rilancio del Parco Fluviale considerato uno degli spazi cittadini più importati dal punto di vista naturalistico.
Dal punto di vista architettonico il planetario ha una forma assai particolare e inusuale: è un ovale che si sviluppa in altezza ed è tagliato in sommità da un piano obliquo che tende a slanciare la costruzione verso l’alto, quasi a cercare un contatto con “l’infinito”
Dal punto di vista strutturale è realizzato in calcestruzzo armato e presenta delle finiture in acciaio nella parte alta della costruzione.
La scelta del calcestruzzo non è stata casuale. La matericità di questo materiale, infatti, avrebbe lasciato intendere le volontà dei progettisti che, con buona probabilità, ricercavano nella struttura il contatto tra la terra e il cielo.  
Il planetario fu voluto, fortemente, dall’allora sindaco Fazzi, il quale desiderava che esso diventasse un punto di sosta, di aggregazione per i ragazzi della città e un punto di riferimento scientifico per la Toscana. Esso, purtroppo, però, non vide mai la luce in maniera definitiva.   
I motivi che causarono l’incompiutezza di quest’opera sono molteplici. I principali riguardano perlopiù l’esaurimento dei fondi destinati alla sua realizzazione.  
Ovviamente il planetario fu oggetto di numerose discussioni e scontri tra le opposizioni senza mai però arrivare ad una soluzione concreta.
Una delle tante proposte delle Amministrazioni successive fu quella di utilizzare la struttura per scopi diversi da quello individuato in fase di progettazione e di costruzione però, anche questa idea, non venne mai presa in considerazione veramente.
I soldi per una sua acquisizione, anche in quel caso, erano troppi.
È così che, quindi, anche quest’opera nata con un fine superiore sorge lì, nel Parco Fluviale di Lucca, inerme e senza speranze di essere ripresa e rivalutata. 

Trovi altre storie di “Poteva essere… non è: strutture progettate e mai realizzate” su tutti i numeri de LoStrutturista

Fonti:

  • La fine ingloriosa del planetario incompiuto e anche invendibile, Il tirreno di Lucca, 21 aprile 2015
  • Il planetario eterno incompiuto, La Nazione, 10 maggio 2013
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