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Lo Strutturista

Un cestino in scala urbana: la Torre Shabolovkaya

Una torre è nello stesso tempo un trionfo della macchina e una tremenda esperienza emozionale, quasi mozzafiato. Non soltanto la sua altezza, ma la sua massa e le sue proporzioni sono il risultato di un’emozione e di un calcolo” – George Gershwin

26 Aprile 2024
Ing. Daniele Borgogni
Ingegnere civile e libero professionista. Si occupa prevalentemente di progettazione in acciaio ed è un appassionato di storia delle strutture.

L’INIZIO DELL’AVVENTURA

Il primo agosto 1914 l’Impero Russo ricevette la dichiarazione di guerra da parte della Germania. Per i successivi tre anni, la Russia imperiale, alleata con le altre potenze della Triplice Intesa, combattè sul fronte orientale contro le armate dell’esercito austro-ungarico e tedesco. Ad aggravare la situazione intervenne anche la guerra civile russa. A seguito di questi sconvolgimenti socio-politici ed economici, alla Russia fu chiaro che per rimettersi in piedi avrebbe dovuto potenziare infrastrutture e collegamenti. In questo clima, V. I. Ul′janov (passato alla storia con lo pseudonimo di Lenin), avvertì il bisogno di dimostrare al mondo la potenza economica e politica di quella che sarebbe diventata l’Unione Sovietica. Uno degli obiettivi  era quello di dimostrare la superiorità della Russia sul campo delle strutture civili. Quindi decise di far costruire la torre per telecomunicazioni più alta del mondo[1]. A quei tempi il primato spettava ancora alla Torre Eiffel (la torre di trecento metri[2]), e Lenin fissò l’obiettivo di arrivare a 350 metri. La sfida era già ardua, ma le condizioni per la sua realizzazione furono anche peggiori: a causa delle guerre, la disponibilità dell’acciaio era enormemente ridotta quindi, il Primo ministro impose, oltre l’altezza della struttura, che la stessa fosse realizzata con un quantitativo di acciaio inferiore di un terzo rispetto quello utilizzato nella torre parigina! Dopo svariate ricerche, Lenin trovò lo strutturista che avrebbe raccolto la sfida: l’Ing. Vladimir Shukhov

L’IDEA RIVOLUZIONARIA

Shukhov fu un ingegnere poliedrico e le sue idee rivoluzionarono molti settori della tecnica e dell’industria. Qualche anno prima, nel 1896, realizzò un serbatoio per l’Esposizione Russa di Nizhny Novgorod con uno schema strutturale insolito ed inedito fino a quel momento: un esoscheletro a forma di iperboloide di rotazione. Tale struttura, avendo curvature di segno opposto (anticlastiche[3]) era caratterizzata da un doppio ordine di generatrici rette, pertanto poteva essere assemblata con l’utilizzo di sole aste rettilinee. Raccontano i suoi discendenti come Shukhov fosse talmente appassionato dal suo lavoro che ogni cosa su cui posasse lo sguardo poteva nascondere un’idea per un suo progetto. E proprio dall’osservazione di un semplice cestino di vimini sotto la scrivania, ebbe l’idea della struttura reticolare a forma di iperboloide di rotazione. La struttura alta “appena” 25.6 metri, aveva un diametro inferiore di 11 metri e uno superiore di 4.3 metri. E fu realizzata con un “merletto di ferri”[4] intessuto da 80 angolari metallici con anelli intermedi orizzontali. Una descrizione dell’epoca riportava testualmente: “La superficie reticolare che forma la torre è costituita da pezzi di legno diritto, bastoni, tubi di ferro, canali o angoli, basati su due anelli, uno sopra l’altro nella parte inferiore della torre, all’incrocio le travi, tubi e angoli sono fissati insieme. Disegnata questa maglia forma un iperboloide di rotazione, che passa sopra la superficie di una serie di anelli orizzontali. Una torre costruita con questa struttura è robusta, resiste bene alle forze esterne con un significativo minor costo del materiale”. […]


[1] “Al fine di assicurare un affidabile e continuo sistema di comunicazione con gli stati occidentali ed i sobborghi esterni, di procedere con urgenza, alla costruzione di una stazione radio a Mosca equipaggiata con strumentazione adeguata ed all’avanguardia.” – Richiesta di Lenin alla Commissione del Popolo per le Poste e Telecomunicazioni.

[2] Si veda D. Borgogni – la torre di mille piedi – Lo strutturista n.3/2020

[3] A differenza delle strutture con curvature dello stesso segno che sono dette sinclastiche

[4] Come amava definirlo Shukhov

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