Gli ombrelli di Torino
L’ing. Borgogni ripercorre la storia del progetto che ha portato alla luce la struttura utilizzata per l’Expo del 1961 a Torino

È il 5 maggio 1959 quando viene dato a Torino mandato di organizzare L’Expo 1961 (ufficialmente Esposizione Internazionale del Lavoro), occasione ideale per il nostro Paese per dimostrare di essersi rimesso in piedi dopo le sofferenze della Grande Guerra e organizzato per celebrare il centenario dell’Unità d’Italia. Come in ogni Esposizione, vennero indetti dei concorsi di progettazione e parteciparono i nomi più blasonati del panorama Architettonico ed Ingegneristico del tempo.
Tra questi nomi spiccava quello del Maestro Pier Luigi Nervi che, con il figlio Arch. Antonio e con il quasi sconosciuto Gino Covre, nell’Ottobre 1959 vinse la gara d’appalto per la realizzazione di un padiglione di 47000 mq. Il progetto era imponente nelle dimensioni: 158 metri per lato, 26 metri di altezza e circa 650000 metri cubi. Alla fine 1959 c’era una idea progettuale, ma l’Expo era alle porte e il Palazzo del Lavoro doveva essere costruito in meno di un anno. Un’ impresa che avrebbe fatto tremare chiunque, ma non il Team di Nervi, particolarmente preparato per una industrializzazione spinta dei metodi costruttivi in grado di ridurre i tempi. Proprio a causa dei tempi, fondamentale fu il contributo di Gino Covre, consulente di Nervi per le strutture metalliche.
IL PROGETTO
Il progetto di Torino prevedeva la realizzazione di una struttura a base quadrata, composta da sedici moduli indipendenti a “ombrello”, costituiti ciascuno da una colonna centrale a croce greca in cemento armato, rastremata sino a raggiungere un’altezza di circa ventiquattro metri, terminando in forma cilindrica. Sormontato da venti raggi in travi di acciaio a formare una copertura di 38 metri per lato, ciascun ombrello, cavo all’interno, fu raccordato agli altri attraverso lucernari della larghezza di due metri disposti ortogonalmente […]
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