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Ponte Morandi: cosa avrebbe evitato il crollo?

Un perito dichiara che con un intervento su Pila 9 si sarebbe potuta evitare la tragedia del 14 agosto 2018

24 Gennaio 2023
ponte morandi
Redazione calcolostrutturale.com
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Il perito del giudice per le indagini preliminari Massimo Losa, sentito ieri nel corso del processo sul crollo del Ponte Morandi ha dichiarato che “un intervento sulla pila 9 avrebbe evitato il crollo”.

La pila 9 del ponte Morandi venne controllata da vicino, dal 1991 al giorno del crollo, soltanto nell’ottobre 2015. Lo scrivono i pm nell’avviso di conclusioni indagini.

Quei controlli, scrivono i magistrati, vennero fatti “sui soli stralli lato mare e soltanto in orario notturno; la conseguente relazione evidenziava chiarissimi segnali d’allarme sulle condizioni degli stralli, accertando che tutti i trefoli che era stato possibile esaminare tramite i carotaggi risultavano ‘scarsamente tesati’ e si muovevano con facilità facendo leva con uno scalpello'”.

Il perito Losa ha poi ricordato come “le stime della corrosione eseguite nel 1993 (anno in cui si fecero i lavori di rinforzo alla pila 11), con riferimento alle pile 9 e 10, che risultavano rispettivamente pari al 8,6% e al 20,54%, sono in palese contraddizione con quella riportata nel progetto di retrofitting (datato 2017 ndr) generalmente pari al 10%-20%, indistintamente per le due pile, che implicherebbe il completo arresto del progredire del fenomeno di corrosione in un quarto di secolo, assunzione chiaramente assurda e inaccettabile”.

Questi difetti di costruzione hanno causato la corrosione dei cavi. Corrosione che era nota al gestore del viadotto già dal 1975 quando prima l’ingegnere Zanetti di Spea e poi lo stesso ingegnere Morandi lanciarono l’allarme.

Presente in aula anche l’ex amministratore delegato del gruppo Atlantia e della sua controllata Autostrade per l’Italia, Giovanni Castellucci, che prima dell’ingresso in aula, ha dichiarato: «Sono presente per rispetto del Tribunale e di tutte le parti del processo. Già i miei difensori avevano anticipato che non avrei fatto mancare il mio contributo all’accertamento della verità, che è molto diversa dalle teorie dell’accusa diffuse in questi ultimi mesi».

Sono 58 le persone imputate tra ex dirigenti di Autostrade e Spea (la controllata che si occupava delle manutenzioni) e tecnici, nonché ex e attuali dirigenti del ministero delle Infrastrutture e del provveditorato delle opere pubbliche.

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