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Lo Strutturista

Il ponte San Michele e il suo progettista

L’Ingegnere Daniele Borgogni si è occupato della storia del Ponte Paderno e del suo progettistista Rothlisberger.

28 Novembre 2019
Ponte san Michele
Ing. Daniele Borgogni
Ingegnere civile e libero professionista. Si occupa prevalentemente di progettazione in acciaio ed è un appassionato di storia delle strutture.

Il Ponte San Michele fu realizzato tra gli anni 1887 e 1889 per superare, con una grande struttura ad arco reticolare, il profondo avvallamento dell’Adda su una luce libera di 150 metri (per visitarlo le coordinate sono: 45.682222, 9.4525). Alla sua inaugurazione, destò grande ammirazione in tutta Europa per l’eleganza delle proporzioni, l’accuratezza del progetto (prima applicazione della teoria dell’ellisse di elasticità) e per la perfezione costruttiva con cui fu realizzato dalla Società Nazionale delle Officine di Savigliano. Il ponte rappresenta una vera e propria opera d’arte e una fondamentale testimonianza della storia della Scienza e della Tecnica delle Costruzioni in un periodo pionieristico e di sviluppo dei metodi di calcolo.

I metodi di calcolo utilizzati nel suo dimensionamento appartengono, infatti, ad un singolare periodo nello sviluppo della Scienza delle Costruzioni, in cui si realizza la connessione tra le vecchie teorie basate su concetti di equilibrio del corpo rigido e le nuove teorie delle travi elastiche (ad asse curvilineo nel caso specifico).

La struttura è, di fatto, coeva ad altre grandi realizzazioni, come il ponte ferroviario ad arco di Garabit (luce 165 m) realizzato da Eiffel e del Ponte Maria Pia ad Oporto realizzato sempre da Eiffel (oltre che alla famosa Torre).

A differenza delle soluzioni proposte da Eiffel, che realizza archi incernierati alle imposte, Rothlisberger propone una soluzione iperstatica di arco incastrato e tale scelta progettuale è immediatamente leggibile nella forma dei grandi archi reticolari: nel caso dell’arco iperstatico di Rothlisberger lo spessore è massimo alle imposte e minimo in chiave, viceversa nell’arco incernierato di Eiffel lo spessore è minimo alle imposte e massimo in chiave.

Le motivazioni della scelta di adottare uno schema di arco incastrato sono fondamentalmente tre:

La larghezza del Ponte San Michele (a doppio impalcato sovrapposto: sotto ferroviario e sopra stradale) ha una larghezza di soli 5 metri e Rothlisberger sceglie di ricorrere ad una configurazione più rigida possibile;

Il Progettista è influenzato dalla tendenza, propria di tutti gli Ingegneri Svizzeri formati alla scuola di Karl Culmann, di conferire alle opere notevole rigidezza. Culmann, infatti, non nascondeva la sua predilezione per l’utilizzo di tali configurazioni nei suoi interventi pubblici, nelle pubblicazioni e durante le lezioni tenute al Politecnico di Zurigo. Da ultimo,  trattandosi di un’opera ad unica luce, la tecnica di montaggio preferita dalla Società Nazionale delle Officine di Savigliano era quella che impiegava …

L’articolo è tratto dal nr.0 de Lo Strutturista. Scarica il documento completo:

  Il ponte San Michele e il suo progettista (2,3 MiB)
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