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L’aumento del costo dei materiali da costruzione e le ripercussioni sulle imprese

L’aumento della domanda di materiali da costruzione, in particolare dell’acciaio, ha prodotto un rincaro delle quotazioni.

22 Aprile 2021
materiali da costruzione
Redazione calcolostrutturale.com
La redazione di calcolostrutturale.com è composta da ingegneri edili, copy strategist ed esperti di marketing e comunicazione.

L’aumento della domanda di materiali da costruzione, in particolare dell’acciaio, ha prodotto nel 2020 ed anche nei primi mesi del 2021, un rincaro delle quotazioni delle materie prime. I prezzi dell’acciaio hanno raggiunto i massimi degli ultimi 10 anni e la previsione per la fine dell’anno è ancora negativa.

Due delle principali cause di tali aumenti possono essere: il riposizionamento del mercato dopo due anni di calo dei prezzi, e lo squilibrio del rapporto tra domanda e offerta dell’ultimo periodo; molto più negativa è l’ipotesi che tali aumenti preannuncino una bolla del settore in procinto di scoppiare.

Nell’ultima parte del 2020, in seguito all’allentamento delle misure per contrastare la pandemia, la domanda di acciaio, da parte dei settori utilizzatori, ha avuto un picco che non è andato di pari passo con l’offerta e ciò ha causato un vuoto che si spera venga colmato per la fine del 2021.

Queste dinamiche però non sono solo funzione del gap tra domanda e offerta ma plausibilmente sono state anche scatenate da speculazioni del mercato finanziario.

Il mercato italiano sembra resistere a tali fluttuazioni del mercato, in termini di domanda, alcuni prodotti meglio di altri, come prodotti lunghi tubolari e piatti quali travi, tondo per cemento armato, lastre ed anche valvole, raccordi e flange comunemente usati per le costruzioni edili.

Tra novembre 2020 e febbraio 2021 il prezzo dell’acciaio è aumentato del 130%, ma tali dinamiche sono state osservate anche per altri materiali da costruzione, di grande importanza per l’edilizia, come ad esempio i polietileni che hanno subito un incremento del 40%, il rame +17%, il petrolio +34%. In tale caos, le imprese di costruzioni hanno subito i danni maggiori poiché le ditte fornitrici hanno dovuto comunicare l’impossibilità di rispettare le modalità di consegna delle merci per cause di forza maggiore o addirittura risoluzioni dei contratti a causa dell’eccessiva onerosità.

Le imprese quindi si trovano in netta sofferenza a causa delle dinamiche scatenate dalla pandemia e dalle disfunzioni di appalto in merito a tale evento. La normativa attuale non prevede adeguati meccanismi di revisione prezzi e quindi i contratti stipulati dimostrano essere insostenibili in condizioni eccezionali quali quella attuale. Il rischio è quello di un blocco generalizzato degli appalti, nonostante gli sforzi degli anni scorsi per rilanciare il settore dell’edilizia da tempo in crisi.

L’ANCE associazione nazionale costruttori edili, è intervenuta durante l’audizione dell’8 aprile presso le Commissioni riunite Bilancio e Finanze del Senato, nell’ambito dell’esame del disegno di legge recante misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all’emergenza da COVID-19 (DDL 2144/S). E’ stata evidenziata la necessità di ricondurre, da parte delle committenti, il rapporto negoziale al principio di “buona fede” ex art. 1375 c.c., attraverso il riconoscimento dei maggiori costi che si troveranno a fronteggiare gli operatori economici. È stato sottolineata inoltre l’adozione, da parte del legislatore, di provvedimenti per consentire il recupero dell’anomalia che, se non affrontata sin da subito, determinerà, in aggiunta ai rallentamenti di produzione sin qui registrati, un progressivo blocco della produzione nei cantieri, nonché l’urgenza di provvedimenti tempestivi e concreti.

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