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Allarme Federcostruzioni: il settore costruzioni a rischio default se non si interviene sul sistema di cessione dei crediti.

A rischio imprese e cantieri a causa della mancanza di liquidità. Necessari interventi per scongiurare la crisi del settore.

19 Aprile 2022
cessione crediti
Redazione calcolostrutturale.com
La redazione di calcolostrutturale.com è composta da ingegneri edili, copy strategist ed esperti di marketing e comunicazione.

Allarme Federcostruzioni: “Le imprese che hanno firmato contratti e avviato cantieri sulla base delle indicazioni delle normative esistenti in quel momento, oggi si ritrovano i cassetti pieni di crediti che con le nuove regole è impossibile cedere”. Questo l’allarme lanciato da Paola Maroni, presidente di Federcostruzioni. “Questo comporta una inevitabile crisi di liquidità, l’incapacità a poter sostenere l’aumento vertiginoso dei costi dei prodotti, dei macchinari e delle attrezzature di lavoro, di cui peraltro oggi vi è una forte carenza e quindi difficoltà di reperimento”.

Le due banche principali italiane, Intesa Sanpaolo e Unicredit, hanno già manifestato l’impossibilità di accogliere domande di cessione del credito. Questo potrebbe portare conseguenze rilevanti per il settore delle costruzioni che si ritroverebbe a rischio default.

Per Federcostruzioni il problema principale è da ricercare all’interno del quadro normativo esistente, che consente massimo tre cessioni del credito, delle quali la seconda e la terza solo alle banche, che si ritrovano da sole a gestire una ingente quantità di crediti. L’auspicio, per la presidente Maroni è che il Governo proceda ad assicurare una quarta cessione ad imprese qualificate: “Sappiamo bene che una liberalizzazione troppo spinta ha portato anche a frodi di ingente valore ma la causa primaria sta nel non aver voluto prevedere una qualifica delle imprese che potevano eseguire questi interventi. Il risultato è che in pochi mesi sono nate migliaia di realtà senza capitale, esperienza, struttura organizzativa e, tra queste, ovviamente chi ha potuto giocare sulla mancanza di controlli e creare sistemi fraudolenti.”

Si dovrebbe intervenire liberalizzando il meccanismo di cessione del credito e contestualmente assicurarsi che le imprese siano qualificate e strutturate.

Ulteriore pericolo è dato dall’introduzione del divieto di frammentazione dei crediti a partire da Maggio 2022 con conseguente rischio che i cantieri aperti restino in sospeso poiché le imprese non riusciranno più ad avere a disposizione la liquidità necessaria.

L’auspicio è che si arrivi ad un testo unico, individuando tutte le regole fondamentali che permettano la riqualificazione del patrimonio edilizio nazionale in modo da raggiungere gli obiettivi sulla sostenibilità dell’Agenda 2050.

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