Una nuova concezione di collegamento tridimensionale del tessuto urbano.
Il progetto, firmato dagli architetti del gruppo FCHA, consiste nella realizzazione di una connessione tridimensionale nella città.

L’intero progetto architettonico è fondato sull’immagine del drago che viene presentato e mostrato in diverse posizioni. Con lo scopo di ridurre i tempi di realizzazione e quindi i costi complessivi di realizzazione le opere sono costituite da blocchi modulari prefabbricati standardizzati: attraverso la rotazione, la copia, la disposizione e la visualizzazione di un unico elemento standard si può ottenere una forma d’insieme ricca. Nove “draghi” (cavalcavia) collegano l’intera città: essi sono di tre tipi e rappresentano una nuova strategia per la costruzione di un sistema pedonale tridimensionale. Cavalcavia che devono adattarsi in modo flessibile ai vincoli urbanistici presenti attraverso variazioni geometriche e curvilinee nello spazio. Questi cavalcavia hanno il vantaggio di essere replicabili e veloci da costruire. Possono anche adattarsi rapidamente ai cambiamenti nella topografia del distretto. Di fronte al rapido sviluppo dell’urbanizzazione, questo tipo di sviluppo congiunto multidistrettuale e sistema pedonale tridimensionale esplorerà ulteriormente il valore dello spazio urbano e porterà un significato positivo per lo sviluppo delle città ad un livello superiore.

I cavalcavia in linea retta, sono sorretti da una struttura a forma di infinito: la curva ondulata dislocata su entrambi i lati dell’impalcato del ponte migliora la monotonia del corpo rettilineo del ponte, apportando più modifiche alla linea di vista durante l’attraversamento. L’involucro del ponte che svolge la funzione di parasole e protegge dalla pioggia è composto da lamiera forata, lamiera piena e vetro, disposti successivamente dal basso verso l’alto per garantire il campo visivo dei pedoni.

Quando è invece necessario seguire un percorso curvilineo per adattarsi ai vincoli urbanistici presenti si è utilizzata una struttura che torce su sé stessa: l’impalcato del ponte poggia su un telaio standard disposto ad intervalli irregolari che consentono alla struttura di curvare. Nel frattempo, l’involucro si torce lungo il percorso per creare particolari giochi di luci e ombre.

Infine, per le zone ad alta densità nelle città, i ponti non sono solo strutture di collegamento, ma anche vere e proprie aree di sviluppo della vita urbana-economico e sociale. Nasce così la terza tipologia di ponte: quella delle “Isole galleggianti”. Lo spazio si sviluppa sia nel piano orizzontale creando una serie di piazzali sia in verticale su più piani. I limiti del ponte sono definiti dai negozi e dai bar che sorgono lungo l’intero ponte.

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