La Bellezza delle strutture e la loro Salvaguardia e Conservazione
Considerazioni sulla salvaguardia e conservazione delle strutture a cura dell’Ingegnere Vincenzo Nunziata.

L’Italia ha portato per secoli la luce in varie branche della cultura: letteratura, pittura, scultura, architettura; i nostri compatrioti: Da Vinci, Michelangelo, Brunelleschi, Donatello, Raffaello, ..e tantissimi altri, ci hanno lasciato opere d’arte di inestimabile valore che Noi Italiani del XXI secolo, appartenenti ad una società super tecnologica ed evoluta, non siamo in grado di conservare e salvaguardare dalla distruzione.
Per quel che riguarda le materie che ci riguardano: architettura e strutture, assistiamo impotenti alla distruzione di chiese, palazzi, ponti, ecc., vuoi per cause naturali come i terremoti, vuoi per incuria o negligenza. A questa immane tragedia, perché di tragedia si tratta in quanto riguarda la nostra memoria e cultura che i nostri avi hanno costruito faticosamente nei secoli, non si sa porre rimedio o quantomeno un freno. Le ragioni di tutto questo sono molteplici: politiche, culturali, amministrative, ma al di là di tutto, a parere di chi scrive, vanno ricercate nella decadenza della cultura a tutti i livelli che si è imposta nell’ultimo mezzo secolo e alla mancanza di valori patriottici (patriottismo: l’impegno profuso, su molteplici piani: politico, militare, intellettuale, ecc., in nome della patria, per l’affermazione, la difesa o l’accrescimento dei valori che essa esprime. -cit. “Dizionario di storia” – Treccani).
Ma quand’è che una struttura si dice bella, e vale la pena di salvaguardarla e conservarla?
Marco Vitruvio Pollione, autore latino, nel suo famosissimo trattato “De Architectura” scritto tra il 29 e 23 a.C. accenna già ad una definizione di bellezza (venustas) a carattere più ampio “….quando l’aspetto dell’opera sarà piacevole per l’armoniosa proporzione delle parti che si ottiene con l’avveduto calcolo delle simmetrie.”Il maestro P.L. Nervi diceva: “L’invenzione strutturale non può che essere il frutto di un’armoniosa fusione di personale intuizione inventiva e di impersonale, realistica, inviolabile scienza statica.” …” in tutta la mia opera progettistica ho constatato che i suggerimenti statici interpretati e definiti con paziente opera di ricerca e di proporzionamento sono le più efficaci fonti di ispirazione architettonica. Per me questa regola è assoluta e senza eccezioni”.
In sintesi, sulla base di tali presupposti, a parere di chi scrive, si può dire che un struttura è “bella” tale da poter essere considerata nella sua espressione più perfetta un’opera d’arte quando: è il frutto di una progettazione illuminata di un artista basata su principi di armonia, simmetria e statica delle costruzioni.[…]
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